ADHD: ” Ma stai fermo un po’!”

ADHD: ” Ma stai fermo un po’!”
Estate 1993

Da quando ero piccola ho collezionato una serie di soprannomi più o meno azzeccati a causa della mia vivacità: Attila, terremoto, vulcano, uragano, Tazmania… ma quello a cui sono più legata in assoluto è “Sciamanna“. Una parola dialettale del centro-italia, vuol dire selvaggia, un po’ maschiaccio, un po’ zingara, scalmanata. “Marì, ma com’è che sta monella nun se stanca mai?” chiedevano le mie zie e a mia nonna. Non stavo mai ferma, dormivo e dormo poche ore a notte, ero e sono sempre carica come una mina. Ora capite bene che le alternative possibili erano 2: o di nascosto mi facevano assumere dosi massicce di cocaina, oppure, nel clamore dei ruggenti anni ’90 si poteva pensare fossi iperattiva. Siamo andati persino dal pediatra: io, mia mamma e mia nonna, nemmeno andassimo al patibolo. “Signora, sua figlia è una bambina molto intelligente, molto vivace. Non è iperattiva, è solo entusiasta di tutto“. Così rispose il medico a mia mamma. Sant’uomo. C’è da dire anche che queste parole, questi nomignoli, mi sono sempre stati detti e affibbiati con il sorriso sulle labbra, mai con cattiveria e sempre con tanto tanto amore. Non le ho mai vissute in malo modo e ci ho sempre riso su anche io. C’è da dire che a scuola andavamo spesso in giardino e in gita, che al doposcuola facevamo un sacco di giochi di gruppo, che ho provato più sport io che il CONI, che mio nonno invece che comprarmi le barbie mi piantava altalene (rigorosamente con pali in ferro battuto) in giardino. Purtroppo però, non per tutti è così. Le parole feriscono molto più delle spade diceva qualcuno. Si, se non si spiega il perché delle cose, risponderei io.

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Cos’è quindi l’ADHD:

Il Disturbo da Deficit di Attenzione Iperattività è un disturbo dato da un gruppo di condizioni che si manifestano prevalentemente nel periodo dello sviluppo. Queste creano la compromissione del funzionamento personale e interpersonale, scolastico e relazionale. Disattenzione, disorganizzazione, iperattività e impulsività sono le caratteristiche prevalenti e spesso è la difficoltà di gestione dei tempi, degli spazi e delle consegne la difficoltà maggiore che si deve affrontare nella quotidianità di chi vive con ADHD. Fino al termine dell’adolescenza questo disturbo si sovrappone ad altri come ad esempio: il Disturbo Oppositivo-Provocatorio e il Disturbo della Condotta. Accade che l’ADHD non scompaia con l’avanzare dell’età, può attenuarsi in base a tante variabili ma in molte situazioni permane nella vita del singolo individuo.

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I bambini o ragazzi affetti da questo disturbo sono tutelati dalla Legge 170/2010 che garantisce loro una giusta pianificazione didattica ed educativa nel contesto scuola. Perché viene? Le cause e le teorie in merito sono molteplici, vari studi clinici evidenziano come la componente genetica possa essere un fattore decisivo e determinante, altri invece ci rimandano ad una spiegazione legata a deficit biologici alla nascita o al parto…altri semplicemente ci indicano come il fattore olistico (quindi l’ambiente attorno a vostro figlio) giochi un ruolo predominante. Ovviamente non tutti i bambini e non tutti i disturbi da deficit di attenzione sono uguali, ecco quindi che la causa scatenante può essere diversa a seconda del caso. Ricordatevi però che l’ambiente, non solo inteso come spazio dove si vive ma soprattutto come spazio interiore e genitoriale, è decisivo per la crescita di una nuova vita.

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Qui di seguito, per concludere, vi inserisco alcune delle domande più frequenti che mi sono state fatte: – –come si gestisce una situazione simile? Non esiste una guida universale su come fare perché ogni bambini e ogni caso richiede una propria specificità e di conseguenza se ad un bambino X può essere d’aiuto l’indifferenza nel momento massimo della crisi, un bambino Y potrebbe necessitare di contenimento fisico. La miglior cosa fare e è informarsi da specialisti che ti aiutino nella gestione del TUO caso. – chi fa la diagnosi? Un’equipe di specialisti tra cui il neuropsichiatra infantile della sanità pubblica. mio figlio/a non è un ADHD è solo vivace non lo vedi? Dunque: insulta ripetutamente insegnanti e compagni, rovescia banchi, non sa gestire la minima frustrazione, non sa rispettare il minimo tempo dell’attesa e non sta fermo per più di cinque minuti in classe nonostante gli vengano concessi numerosi momenti di pausa. Leviamoci il prosciutto davanti agli occhi. Finché voi continuerete a negare lui continuerà a stare male.


E voi cosa ne pensate? Avete qualche episodio particolare da raccontarmi? Avete vissuto questa cosa in prima persona o conoscete qualcuno che potrebbe aver bisogno di qualche consiglio. Se vi va, potete scrivermi cliccando QUI.

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